REFERENDUM E COSTITUENTE: 75 ANNI FA.
Il 2 e 3 giugno del 1946, 75 anni fa, si tiene in Italia il Referendum Repubblica- Monarchia in cui le donne votano per la prima volta ma si vota anche per l’Assemblea Costituente. Una data fondamentale per questo Paese e per le donne che molti vedevano con sospetto. Lunghe file di donne e uomini si formano fuori dai seggi elettorali; le donne, come scrive la giornalista Anna Garofalo, stringono a sé le schede elettorali come fossero biglietti d’amore.
Le donne aventi diritto che vanno a votare sono l’89%. La Repubblica vince!
L’Italia diventa Repubblica, le donne votano e all’Assemblea Costituente vengono elette 556 persone di cui solo 21 donne: Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Angela Cingolani Guidi, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Angela Gotelli, Nilde Iotti, Maria De Unterrichter Jervolino, Teresa Mattei, Lina Meriln, Angiola Minella, Rita Montagnana, Maria Nicotra Fiorini, Teresa Noce, Ottavia Penna Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Vittoria Titomanlio, Nadia Gallico Spano.
Di quelle 21 straordinarie donne ben 11 fanno parte dell’UDI.
Sono pochissime, molte di più erano degne di essere votate, ma il loro peso, la loro determinazione, la loro unità pur appartenendo a forze politiche diverse, lasceranno il segno.
L’Udi, gia’ dalla sua nascita e al primo congresso del 1945, promuove e partecipa attivamente al Comitato pro voto conducendo un’intensa campagna di massa con incontri, riunioni e volantinaggi per spiegare l’importanza del voto per le donne come avevano già proposto e chiesto al CLNAI. L’UDI si appella a tutte le donne italiane affinchè esprimano la propria volontà con il voto; spiegano perché si deve votare, cosa significa votare e come si vota. È passato alla storia l’appello di Nadia Spano di non usare il rossetto per chiudere le schede elettorali, poiché il segno lasciato avrebbe potuto invalidare il voto.
Le Costituenti, anello di congiunzione tra l’UDI e le istituzioni, porranno i principi fondamentali che permetteranno lotte e conquiste legislative utili alle donne.
Quel 2 giugno segna ufficialmente il cammino politico, intrapreso già durante la Resistenza, delle donne italiane per il loro diritto pieno di cittadinanza che ha migliorato la loro vita e il paese tutto.
Una narrazione fondamentale per la nostra democrazia ma poco rappresentata anche alle nuove generazioni, che noi continueremo a far conoscere perché si tratta di donne speciali che hanno rafforzato la nostra democrazia nonostante tutti gli ostacoli frapposti.