Questo 8 marzo si è concluso e ci siamo riversate nelle Piazze per chiedere una giustizia femminista, diritto al lavoro, alla cura e alla salute, libertà per le sorelle di tutto il mondo che sono condannate a morte per il solo fatto di esistere.
Abbiamo ricordato le 14 donne vittime di femminicidio nei primi mesi del 2023, senza dimenticare le tante, troppe altre che hanno già pagato con la vita l’appartenenza ad un genere, che oggi come ieri, è schiacciato dalla stessa società patriarcale che nega le proprie responsabilità e rivendica cambiamenti inesistenti.
Abbiamo chiesto risposte sull’istituzione di un assessorato alla pace nel Comune di Ravenna, perché il nostro territorio si faccia carico di un solidarietà civile atta a promuovere la pace come unico strumento di coesistenza tra i popoli, sostenendo il totale disarmo e l’avvio alle negoziazioni di pace.
Cessare il fuoco per costruire un’Europa sicura e pacifica per tutte e tutti.
Ma questo 8 marzo non è stata solo mobilitazione e protesta: siamo tornate tra le vie della città con le nostre mimose; dopo due anni di pandemia abbiamo stretto mani e incontrato persone.
Perché il femminismo deve essere condiviso, ogni giorno, e portato in mezzo alla gente, fra tutte e tutti.